Laurie Colwin è morta nel 1992 a soli quarantotto anni, ma nel panorama letterario degli Stati Uniti rimane una figura di culto: per i suoi romanzi, che uniscono grazia, intelligenza e ironia, e per questa raccolta di saggi a tema culinario (usciti originariamente sulla rivista Gourmet), che dal 1988 a oggi ha conquistato generazioni di fan. Il segreto sta nel tono. Laurie Colwin invita a riscoprire il piacere del far da mangiare per gli altri e del mangiare insieme come occasione di condivisione, di incontro e di intimità – il che non era affatto scontato negli Stati Uniti reaganiani degli anni Ottanta, come non lo è in una città contemporanea dove dilagano le app di food delivery. Le sue ricette spaziano gioiosamente fra tradizioni diverse (americana, mediterranea, caraibica, britannica…) ma prediligono sempre la semplicità e l’efficacia, sono costellate di utili dritte e accompagnate da aneddoti e ricordi altrettanto gustosi: queste pagine ci portano nella Columbia University occupata del ’68 e nella mensa di un centro di accoglienza per donne senzatetto, nei cenoni di una famiglia ebraica newyorkese e sulla veranda fatiscente di una casa di villeggiatura.
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